Stavo rimuginando su un post che volevo fare (materia di grande importanza) e nel frattempo giravo sul forum di Truemetal.it. E mi è saltata algli occhio una cosa...rispondo in una discussione e quella discussione si "congela", anche se è ragionevole che in una discussione chilometrica sugli Opeth non ci sia più molto da dire a parte "Bravi Belli Bravi Belli", e che non ha senso replicare ad uno che semplicemente attesta la propia stima al gruppo...questa strana sensazione di parlare al vuoto a volte mi sconforta. Ho l'impressione di parlare in mezzo ad una folla di persone, alcune parlano tra di loro e volendo potrei seguire il loro discorso ma la mia voce pare non essere udita.
-------------é appena partita su winamp "The Funeral Party" dei The Cure che bello-----------
Il problema è che in queste situazioni uno è costretto ad urlare per farsi sentire, a sbracciarsi e mettersi in evidenza, e a me no piace fare così. Oh col tempo prenderò maggiore famigliarità con il forum è che io mi conosco non sono il "personaggio da forum"...o meglio come me c'e ne sono a bizzeffe e di decisamente meglio.
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2 commenti:
"Ho l'impressione di parlare in mezzo ad una folla di persone, alcune parlano tra di loro e volendo potrei seguire il loro discorso ma la mia voce pare non essere udita."
Che belle parole...
lo so che te l'ho già detto ma ciò che scrivi mi coinvolge davvero molto... il tuo blog mi da tantissimi spunti sui quali ragionare;
Allora... quella di non sentirsi ascoltati e considerati è una delle sensazioni più brutte che si possano provare, solo chi l'ha vissuto può saperlo; è terribile perchè non viene mai da sola; essa infatti si lega alla solitudione, al dolore, alla malinconia... e più non si ci sente ascoltati più aumentano dentro di noi questi sentimenti; e più questi sembrano asfissiarci più va via da noi la stessa voglia di comunicare con l'altro... sono reazioni complesse ed inevitabilmente legate fra loro.
Troppo spesso davanti gli occhi sembra spianarsi questo telo buio che appare insormontabile ed anche quando e se andrà via (perchè poi questa sensazione va anche via) ne rimarrà sempre una parte, dentro, nel cuore, e te la porterai dietro sotto forma di ferita dell'anima.
forse dirlo ora sembrerebbe davvero una barzelletta ma mi piacerebbe sapere qualcosina in più su di te... ho già fatto qualche supposizione...
Sono felice che questo blog ti sia di spunto!
E sapere che altri conoscono ho hanno esperito le stesse cose di cui
parlo è bello.
Se posso però fare un critica al mio stesso pensiero. Io pecco di fatalismo (me lo dicono tutti), e magri a volte tendo al melodrammatico è questo è un difetto!
Ma non amo la tristezza! Quando scrivo un pensiero o un fatto, siano essi più o meno tristi non è per farne un "tempio"...ma per esorcizarli e trarre da essi spunto positivo. Per esperienza sò che chiudersi in se stessi è male...è solo che "predico bene e razzolo male".
Alla fine anche se ascolto e suono musica triste continua ad amare il sole e la compagia...ancorché a volte è fnote di dispiacere.
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