mercoledì 4 febbraio 2009

Una nave verso i ricordi?

Era da tempo che volevo tracciare un ipotetico profilo della mia vita sentimentale, non c'è mai molto tempo per riflettere...poi ultimamente è davvero un periodo di merda.

CMQ!(facciamoci forza)

-Con la mente simile ad una nave mi dirigo verso il passato, un mare distante da cui spirano venti antichi e contrari, è l'anima a gonfiare le vele a questo veliero spingendosi la dove crede vi fu gioia.-

Ricordo un bimbetto irrequieto e alquanto comune, uno di quei tanti ranocchietti che affollano saltellanti parchi giochi e scuole, aveva alcuni buoni amici e un congruo numero di nemici in quel'età felice in cui il tempo non ha ragione perchè il passato non esiste e il futuro è davvero "cosa a venire", la sua vita era un turbinio spensierato che nulla turbava o interrompeva.

-Ma ecco le acque farsi burrascose tenere la barra in questo mare è cosa tosta!-

Un dì alla classe fu introdotta una nuova allieva e per qualche motivo che non ricordo più ella era diversa, ogni aspetto di quella creatura era incantevole ed unico, la sua voce , i suoi gesti il suo sguardo. Non sobbalzava forse il mio cuore in sua presenza ?
No so non so più....

-Ecco le acque si calmano il vento mi culla ora dolcemente-

Passò del tempo...quel bimbetto crebbe anche se di poco e il suo corpo cominciava ad assumere connotati degni di burla e mai di lusinga, mentre un fastidioso carattere andava in lui forgiandosi e attecchiva una malerba che lo avrebbe reso pauroso anche solo di un'ombra ed un sogno.
Non parlava molto con gli altri suoi compagni (salvo un paio di amici) con cui sempre meno aveva a che spartire, non capiva i loro atteggiamenti "nuovi" e nel mezzo di una rivoluzione ecco che si trovava smarrito; apprese a tenere altrove lo sguardo quando guardava una sua compagna, bastava anche un istante e quegli occhi lo schiacciavano a terra spoglio di ogni difesa, dignità e forza...pervaso da un calore che non sapeva più spiegare.

-Nuovamente ulula la tempesta, son voci di donna quelle che odo? le Furie mi deridono mentre arranco tra i flutti-


Anni passarono ed il fanciullo divenne ragazzo e poi quasi uomo, cresciuto nell'ignoranza dei sentimenti e dei palpiti ferini che ancora gli turbinavano nella testa, nel corpo e poi nell' animo.
Prigioniero delle sue paure, ostaggio del suo sembiante, apostata in terra consacrata e ligio al suo nuovo ruolo di spregiatore della vita e dell'amore, affilando ironia e cinismo da rivolgere al mondo e poi contro se stesso. Ebbe modo di redimersi? Si, segni giunsero in suo soccorso e forse anche angeli per sorreggerlo, lui però fu buon allievo della sua cattiveria e con un riso li scacciò tutti.
Solo.


-Salvo! Terra! Casa! Fredda e famigliare dimora non voglio sentire più il ponte scricchiolante sotto lo stivale, il vento libero e selvaggio ridere tra i miei capelli...non voglio più vedere le brume a me dinnanzi...la paura mi spezzerebbe-

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